Di: G.A.
In occasione della recente XXXV Giornata dell’Ambiente, l’Accademia Nazionale dei Lincei ha ospitato una Conferenza, organizzata in occasione da un comitato coordinato dagli Accademici Lincei Ernesto Capanna e Giuseppe Orombelli, a cui hanno partecipato tra gli altri Riccardo Cattaneo Vietti, Serena Fonda, Roberto Danovaro, Fedinando Boero, per puntare il faro sull’urgenza ambientale del nostro pianeta. Si stima che ad oggi ci sono ben 5,25 miliardi di particelle di plastica, per un peso approssimativo totale di circa 269.000 tonnellate, localizzate sulla superficie di mari e oceani.
Delle vere e proprie isole di plastica che distruggono irrimediabilmente un patrimonio naturale inestimabile e millenario, soffocano forme di vita e portano pericolosi danni alla vita ed alla stessa esistenza della Terra.
“Tali particelle rappresentano un rischio emergente per gli ecosistemi marini e le relative catene trofiche e potenzialmente per la salute umana” è stato sottolineato fortemente negli interventi della conferenza ai Lincei secondo la relazione della Prof.ssa Maria Cristina Fossi, ‘Cambiamenti e Crisi nel Mediterraneo’ che ha spiegato come “le particelle tossiche di plastica vengono assunte dagli organismi marini ed entrano nella catena alimentare. Nel Mediterraneo, che è uno dei mari più esposti a questo rischio – ha proseguito la Prof.ssa Fossi – la presenza e gli effetti del marine litter (inquinamento del mare) sugli organismi marini e le sue conseguenze sulla salute umana, sono stati poco indagati fino ad ora e per contribuire alla de-pollution del Mediterraneo è stato lanciato il progetto Plastic Buster dell’Università di Siena che ha lo scopo di mitigare il problema dei rifiuti di plastica nell’intero bacino Mediterraneo”.