Di: Fabiana Carucci – Direttore editoriale
Da più di 10 anni la Città Eterna non ospitava una Mostra così ben articolata, curata e completa, dedicata all’artista veneziano settecentesco Giovanni Antonio Canal, meglio noto come CANALETTO.
Canaletto è un vanto italiano nel mondo: da sempre uno degli artisti più celebrati ed amati ovunque, ed anche un simbolo mondiale; un testimone d’eccezione della ricchezza culturale e della creatività del nostro Paese, luogo unico al Mondo.
Nessun posto più di Roma poteva essere tanto adatto per celebrare i 250 anni dalla morte del pittore veneziano che proprio a Roma mosse i suoi primi passi artistici. Qui, nel cuore della capitale, è stato scelto Palazzo Braschi, il Museo di Roma, che per le sue ricchezze strutturali e la caratteristica architettonica va ad accogliere ed abbracciare splendidamente, accompagnandole in un continuum naturale, le tele ed i disegni del grande artista del Settecento europeo. Ai suoi esordi Canaletto venne chiamato a Roma in veste di scenografo e fu subito amore eterno per questa città; un sentimento per la Città Eterna che mai lo abbandonerà in tutta la sua carriera ed esistenza e che segnerà il suo estro e la sua percezione delle Vedute, spingendo proprio il Canaletto a dedicarsi a questo aspetto pittorico, fino ad allora ancora non al centro dell’interesse artistico.
Palazzo Braschi ospita così una mostra articolata in 8 Sezioni con più di 60 opere, affiancate da una testimonianza originale di abiti dell’epoca e da musica classica del tempo, che incorniciano, celebrano e completano i capolavori esposti, nell’intento di avvolgere le creazioni nell’atmosfera in cui si trovava ad essere il Canaletto e che accompagnano il visitatore verso una più realistica immersione percettiva.
“Assemblare questa Mostra ha richiesto oltre 2 anni di duro lavoro – come ha raccontato in conferenza stampa Pietro Folena, Presidente dell’Associazione Culturale MetaMorfosi – con un percorso complesso basato sulla ricerca delle opere, sparse letteralmente per tutti i maggiori musei mondiali tra cui Russia, Inghilterra, Canada, Cuba, Usa. Le creazioni dell’artista sono state letteralmente ricercate in ogni dove per poi essere riunite proprio a Palazzo Braschi che, per la sua struttura e forma accompagna perfettamente anche quel gioco di ombre e luci che fu segno distintivo ed unico dell’artista. A tal proposito, voglio sottolineare l’eccezionalità della presenza qui di 2 tele sulla Vista del Tamigi che rappresentano di fatto un continuo e che sono qui riunite eccezionalmente, quando invece normalmente sono ubicate una in Inghilterra e l’altra a Cuba”.
Basterebbe anche solo questo esempio per dare un’idea dell’immenso lavoro fatto, al fine di celebrare al massimo il Canaletto.
Come curatrice della Mostra è stata chiamata BOZENA ANNA KOWALCZYK, la maggior esperta mondiale del Canaletto, che ha voluto sottolineare quanto: “Canaletto sembra proprio essere perfetto per questo spazio espositivo; lo valorizza, lo celebra, come si capisce subito già entrando nella prima sezione. Qui si ricorda il Canaletto ai suoi esordi, l’artista chiamato a Roma per fare lo scenografo di 2 opere di cui, curiosamente, non si hanno più ricordi. Questo stimola ancora oggi la ricerca degli esperti, impegnati a dipanare tale mistero. Roma segnò profondamente tutto il sentire, il percepire dell’artista che, proprio inebriato dalla tanta bellezza della Città Eterna, decise di divenire vedutista”.
Amore e nostalgia sembrano uscir fuori dalle tele in cui l’artista ricorda Roma, in un gioco di luci che ne celebrano la maestosità e che daranno il là a tutta la sua modalità artistica; anche dopo il ritorno a Venezia, ove dipinse splendidamente la magia di questa città, in una serie di tele indimenticabili.
Astro nascente della pittura veneziana assieme al Tiepolo, Canaletto rappresenta in pieno la pittura del suo secolo, segnata da un forte gioco di luce; tenebroso perfino, immerso nel cogliere contemporaneamente ogni singolo fedele dettaglio di quanto l’occhio umano percepisce e, contemporaneamente centrato sull’immersione totale nell’atmosfera che si respirava, nelle sensazioni che una vista panoramica provoca in chi osserva.
Di questo suo sentire, delle percezioni del Canaletto, sono inondati i Capricci di Architettura Classica e Rinascimentale, come poi tutte le sue opere. Un particolare curioso differenzia il periodo londinese, in cui le luci e l’atmosfera naturale che si presentano con una diversa intensità nel nord Europa, hanno portato l’artista a percepire il paesaggio e riportarlo fedelmente, attraverso un gioco luci-ombre, così differente da quanto creato prima, da suscitare il dubbio che trattavasi di falsi. La notizia fece presto il giro della città e la convinzione che a Canaletto venivano attribuite tele in realtà frutto di un’altra mano artistica si insinuò così fortemente nella società londinese, e non solo, da spingere lo stesso artista ad intervenire con una dichiarazione ufficiale scritta su uno dei maggiori quotidiani dell’epoca, tesa a confermare l’autenticità delle opere tanto discusse ed a garantire che la mano atta ad immortalare sulla tela fosse proprio la sua: così, dissipato ogni dubbio, fu invece evidente la grandezza di un’artista così fedele al mutamento ed alle caratteristiche dei luoghi, da non esitare a dare una Veduta fedele alla realtà. L’empatia con quanto veniva scelto per esser messo su tela era in lui fortissima e tale da dar vita ad una gamma di opere diverse tanto da sembrare frutto di differenti mani artistiche.
La Mostra segue nelle diverse sale tutto il ciclo progressivo della creazione del Canaletto, dagli esrdi al primo periodo romano, poi a quello veneziano, al suo momento londinese, fino alla fine della carriera. Sono state previste anche visite guidate gratuite per le scuole romane, al fine di avvicinare le giovani generazioni all’Arte, alla conoscenza, all’amore per la cultura, di cui questa città è emblema nel Mondo. Il Canaletto è stato uno dei protagonisti del Settecento europeo: questo artista che aveva deciso di mettere al centro dell’attenzione l’importanza della Veduta, portando al cospetto del mondo l’immortale bellezza del nostro patrimonio artistico, ieri come oggi, in giro per tutti gli angoli del Globo. Il pittore veneziano ha celebrato ed omaggiato un patrimonio culturale che è da sempre la nostra vera ricchezza e di cui, noi, ancora oggi, sembra che non teniamo nella giusta considerazione, quasi inconsapevoli di tanta ricchezza: un tesoro culturale a cui appassionare i giovani innanzitutto, che oggi sono purtoppo ancora troppo distanti dal mondo della cultura e dell’arte. Ecco dunque che appaiono davvero preziose ed irrinunciabili, per tutte le generazioni e per i cittadini romani come per quelli di ogni angolo del Mondo, occasioni come questa, occasioni che portano alla possibilità di godere di un evento unico qual’è questa Mostra sul Canaletto, che resterà a disposizione fino al 19 di agosto prossimo nel cuore di Roma, raccontando delle meraviglie dei luoghi e della creatività italiana.
Un’evento prezioso dunque: un’esposizione che offre al pubblico il maggior numero di opere a firma Canaletto, mai esposto prima in Italia, con 42 dipinti, 9 disegni e 16 fra libri e documenti d’archivio e che non può e non deve essere mancato da nessuno.