Di: Fabiana Carucci
Fabio Chiarini è nato a Roma il 14 Agosto 1985. Ama scrivere, fare informazione e caratterizzarla attraverso le immagini: vive fin da giovanissimo l’intenso desiderio del viaggiare, del comunicare, dell’avventura ed è pervaso da un’istintiva voglia di sapere, dalla necessità di accumulare sensazioni nuove e stimolanti legate all’incontro con culture diverse. A 16 anni parte dunque per il Galles e l’anno dopo si sposta a Parigi. Proprio in Francia si avvia la sua attività lavorativa come giornalista e traduttore presso la Corte d’Appello e così la passione inizia a diventare professione. Da allora Fabio ha viaggiato per tutta Europa: Budapest, Stoccolma, Copenhagen, Praga, Vienna, Madrid: città che rimangono scolpite nel suo cuore e che descrive attraverso le sue foto. Chiarini ha vissuto a Parigi, a Bath, a Londra, come pure a New York ed a Toronto, uscendo così dal vecchio continente alla scoperta del mondo e delle sue immagini da raccontare.
Fabio ti definisci un Travel Journalist: ci spieghi meglio questo ruolo ed anche come mai questa scelta?
Lavoro nel campo del giornalismo da poco più di quattro anni. Ho iniziato a scrivere su un giornale locale romano, occupandomi di cronaca ed eventi. Da lì mi sono sempre più interessato alle notizie provenienti dai teatri, dagli eventi culturali, dalle presentazioni di libri. Ho fuso la mia passione per i viaggi e le foto al mio lavoro; così, un giorno, nel mio biglietto da visita ho messo “Travel Journalist” e sono partito. Era una scommessa con me stesso.
Questa mia auto-qualifica durante i viaggi che ho fatto è stata molto utile; prima di tutto perché ho iniziato a visitare musei e mostre a più non posso, ovunque e comunque, e quindi anche a prendere contatto con la cultura più profonda dei posti che visitavo, ma non solo. Ho potuto infatti anche cimentarmi nel cercare ed ottenere informazioni su tradizioni, usi e costumi di ogni luogo che visitavo, fermando i momenti che mi colpivano attraverso le immagini: così ho iniziato a “scoprire” e “sentire” la cultura dei luoghi, a viverne la quotidianità tanto diversa da quella del mio Paese d’origine a cui ero abituato. Il settore professionale che ho scelto è precario, rischioso e di nicchia, poiché viviamo in un Paese dove fa più notizia l’informazione sulla gravidanza di una delle starlette di turno, piuttosto che la presentazione di un libro o l’esposizione di una mostra: non m’importa però. Io seguo la mia strada e rischio, assecondando quello che sento più appartenermi come lavoro. La propensione al rischio fa parte del mio carattere o non mi sarei mai cimentato nel partire per mete lontane con solo carta, calamaio e la mia macchina fotografica.
Il tuo andare in giro per il Mondo ti permette di raccontarlo attraverso le immagini, di fotografarne ed immortalarne le peculiarità e le mille diversità, viste con lo sguardo dell’artista. Ricordi qualche episodio particolare, qualche momento che ti ha dato l’ispirazione creativa sotto la spinta di un evento o un’emozione particolare?
Posso dire senz’altro che Parigi è la mia musa, ma ho un rapporto di amore e odio con lei. Mi ha ispirato nello scrivere poesie, nell’iniziare un percorso di esposizioni fotografiche dei luoghi che visitavo. L’idea delle foto è nata quando, girovagando tra le viette del quartiere del Marais, ho notato una serie di spazi espositivi. In quel momento ho pensato: “Perché non fare un’esposizione fotografica su Parigi quando torno in Italia?” Grazie al Teatro Ygramul a Gennaio 2012 ho iniziato questo “test” e, visti i riscontri positivi ottenuti, ho poi proseguito per tutto l’anno. Dico test perché inizialmente speravo di rappresentare una Parigi retrò, alla Doisneau, ma poi i toni vivaci dell’ autunno mi hanno fatto riscoprire un nuovo stile, cercando di enfatizzare proprio quei colori e renderli saturi a tal punto da confondersi e far venire il dubbio a chi vede se quella che si ha davanti è una foto o un dipinto.
Qual’è il Paese dove pensi di tornare per finire di “illustrarne” gli aspetti caratterizzanti, e quello dove stai per andare?
Ogni paese da un’energia vitale unica, specie la prima volta che lo vedi e, per quanto una persona possa tornarci poi ancora molte volte non conoscerà forse mai del tutto la vera essenza di un popolo e della sua terra, non ne riesce a cogliere del tutto la sua natura. Perfino a Roma, che è la mia città natale, talvolta quando voglio perdermi nei vicoletti tra Piazza Navona o verso Trastevere, scopro uno scorcio che non ho mai visto.
Mi piacerebbe tornare negli States per due motivi: molte gente di New York non si definisce americana, ma Newyorkese, ed è vero! New York è New York ed è una cosa a parte degli Stati Uniti. Inoltre gli USA sono talmente variegati: un mix di usi, costumi e culture a volte persino in antitesi tra loro. Trovi persone all’avanguardia (spesso nelle coste) e persone conservatrici (spesso all’interno del Paese): ti imbatti in ambienti cosmopoliti e poi in luoghi deserti totalmente: vedi posti dove l’uomo ha radicalmente stravolto la natura originaria e poi ti immergi la dove invece la natura stessa ha deciso di ribellarsi. Probabilmente il mio obiettivo futuro sarà cimentarmi in un Coast to Coast USA alla Keruoac, ma non sarà il mio prossimo viaggio.
Ho visitato moltissime capitali europee, ma non tutte perciò prossimamente farò un Eurotrip per completare la mia visione d’insieme del Vecchio Continente. Immediatamente dopo, mi dirigerò verso quella meta che sento molto vicina al mio essere più profondo e di cui subisco fortemente il fascino: l’ASIA! Dopo, sarà la volta degli States, come dicevo prima.
Come vedi la nostra Italia attraverso il filtro delle tue lenti ora? Descrivila con 3 immagini che secondo te la caratterizzano in questo suo momento storico.
Viaggiando per il mondo, mi accorgo quanto un Paese piccolo come l’Italia potrebbe veramente essere una potenza, se non altro a livello culturale. Facciamoci una domanda: “Che cosa ci manca?” L’italia da sola possiede circa il 70% del patrimonio culturale mondiale. In aggiunta abbiamo un clima mite, città come Roma che tutti ci invidiano; c’è l’Italia con le sue fantastiche coste che nulla hanno di meno delle mete più lontane e gettonate. Ci sono posti che ti riportano indietro nel tempo, in cui ti immergi nella storia attraverso tutte le sue epoche. Ci sono usi e tradizioni antichi accanto alla modernità.
Siamo i pronipoti di artisti come Leonardo, Michelangelo, Tiziano. Possediamo i geni degli inventori più illustri: abbiamo ogni tipo di paesaggio, gastronomia di primo livello, tradizioni locali variegate. Il nostro problema non è perciò credere nell’arte e nelle meraviglie che abbiamo e nel potenziale umano e creativo, quanto invece il fatto di non aver mai saputo valorizzare al massimo tanta ricchezza. Io sono affezionato a Roma ed all’Italia: in ogni mio viaggio ed incontro con le altre culture ho cercato sempre di trasmettere le tradizioni e le infinite e varie ricchezze italiane: la passione per la cucina, per l’arte, per la cultura a 360°, la nostra identità, anche la nostra lingua. Mi sono scontrato con vecchi ed anche non veritieri stereotipi, con pregiudizi che non ci onorano. Credo che la nostra classe politica e dirigente debba rivedere se stessa e quanto è stato fatto e iniziare a pensare di più al popolo, alla cultura, alla valorizzazione dell’Italia e delle sue immense ricchezze. E’ demoralizzante ed umiliante pensare che quì da noi le persone più coraggiose che vogliono riuscire ad avere un minimo di meritocrazia, sono costrette ad andare via per trovare un lavoro che gli permetta di vivere con uno stipendio consono e di far carriera sviluppando le proprie potenzialità.
Direi che racchiudere l’Italia in sole tre immagini sarebbe riduttivo quindi concedimi il doppio! Due immagini per ogni parte dell’italia, per non fare torto a nessuno. Per il nord metterei uno scatto che intreccia le sfilate di moda e le maschere veneziane, perchè la moda e il costume popolare sono l’emblema del nostro Paese. Per il centro inquadrerei il David di Michelangelo e il Colosseo a simboleggiare la storia, la cultura, l’apice della nostra potenza: l’Impero romano e il Rinascimento. Infine, per rappresentare il sud Italia, le bellissime coste pugliesi, i martorani ed i cannoli siciliani con il mare sullo sfondo a rappresentare il nostro clima mite e la nostra gastronomia.
Sei un giornalista freelance che si dedica al mondo del blog e delle news on line. Come percepisci il cambiamento nel mondo del giornalismo con questo graduale ma continuo spostamento verso l’informazione in Rete? Pericolo di informazione selvaggia o specchio dei tempi attuali che piano piano manderà in soffitta la carta stampata?
Su certi aspetti sono una persona all’avanguardia, per altri all’antica. Spesso vedo alcune informazioni e notizie sul pc ,ma gli articoli li leggo sempre sul giornale cartaceo. Lo stesso vale per libri ed ebook. La sensazione di avere tra le mani il profumo della carta stampata può essere retrò quanto romantica. In alcuni casi la tecnologia raffredda l’informazione, come anche le foto. Un conto è vederle stampate e un conto su supporto tecnologico. Tuttavia l’informazione in Rete da una diffusione maggiore e di maggior controllo. Il mio blog di viaggio per esempio ha centinaia di visitatori in tutto il mondo, ma non vi nascondo che preferirei averlo un giorno stampato per poterlo riporre nella mia libreria.
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