Di: Fabiana Carucci
Trasformazione, liberazione della creatività, rottura decisa con ogni schema del passato: tutto questo ha rappresentato il 1968, l’anno del culmine del cambiamento che ha siglato contemporaneamente la fine di un mondo e l’inizio di una nuova Era, un’Era che ancora oggi sta cercando di trovare se’ stessa. Nel 50° anniversario dei moti rivoluzionari, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma affianca alla sua permanente, che ospita opere di prim’ordine firmate da geni come Monet, Kandinskij, Richter, Klimt, una mostra dall’esplicito titolo: “E’ solo un inizio. 1968”. Nata dalla cura di Ester Coen, la Mostra che celebra le insurrezioni dei sessantottini, vuole “dare un punto di trasformazione che lega con tutti quegli anni di forte rinnovamento – afferma la Coen – ove non c’è una rottura fine a se’ stessa ma una circolarità che mentre chiude il vecchio apre al nuovo. L’idea che ci ha mosso voleva restituire a chi osserva la sensazione di immersione totale nel clima di quel momento di rottura, in cui tutto finiva e contemporaneamente dava il via ad un nuovo inizio verso un cammino che stiamo ancora percorrendo”. L’Arte non fa eccezione ed anzi enfatizza questa smania di rivolta, questo desiderio di nuovo, di una scissione con un mondo che non rappresenta più lo stile di vita dei giovani rivoluzionari.
Il mutamento è radicale e tocca il sistema di vita, il modo di relazionarsi, la visione della quotidianità, la consapevolezza e la capacità di vedere le cose da un nuovo e sempre diverso punto di vista, arte compresa. Ecco perchè in quegli anni nascono fulminee nuove correnti che s’incalzano l’un l’altra, alla ricerca di un valido specchio dei tempi, con la consapevolezza che in questa fase di costruzione verso l’ignoto, si può solo fermare il momento. Rosso, bianco nero e grigio antracite la fanno da padroni, a siglare la voglia di far convivere tra loro i contrasti perchè dal loro incontro nasca qualcosa di nuovo. Una mostra che, “celebra il canone della sovversione – come sottolinea Cristiana Collu, Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea – che rappresenta per noi della Galleria solo l’inizio di una serie di sorprese che ci, vi accompagneranno durante l’intera stagione. Preparare questa Mostra è stata un’esperienza molto intensa che ha visto la collaborazione di tutto il nostro personale“.
Accanto a questa Mostra la Galleria omaggia anche Palma Bucarelli, prima donna ad assumere la direzione di un museo italiano, a cui è dedicata una via limitrofa alla Galleria. A lei, alla sua collezione privata, al racconto del vivere negli anni’30 -’40’- ’50, la Galleria dedica uno spazio riservato quanto prezioso, esponendo un nucleo delle sue opere. L’omaggio va anche al grande Renato Guttuso, con un grazie ai Musei di varie parti del mondo ed ai collezionisti privati che hanno permesso di creare un moneto speciale dedicato, nel trentennale della sua morte, al grande Maestro incantato davanti al “Muro di Erice” o intento a riflettere sul “Trionfo della Morte“. Una preziosa collezione che racconta la visione di un’epoca, attraverso gli occhi di un artista, un uomo innamorato della vita e dell’arte, che mette su tela tutta la sua passione nel celebrare i suoi momenti di vita, nel fermare visioni di un istante.