Di: M.C.
60 anni di Videogames da ripercorrere, di stanza in stanza, o meglio di livello in livello, con sezioni dedicate, ove poter anche giocare con il game favorito. Così, in buona compagnia di Lara Croft, Mario Bros e dei giochi più famosi, si ripercorre la storia del game entertainment fin dalle sue origini. Una prima volta assoluta in Italia, per una mostra del genere, ove il pubblico è parte attiva dello spettacolo, in uno spazio progettato per garantire la totale interattività.
Si parte dal primo esempio di gioco elettronico con il classico dei classici: il Flipper. Negli anni ’70 ecco il mitico Pong e di lì con Asteroids, Space Invaders, per tuffarsi poi negli anni ’80 e ’90 e nel pieno boom del settore. Per tutti i visitatori la possibilità di sedersi davanti alle console di tutti i tempi e giocare con i mitici games di sempre come Pac-Man o i game boy nelle diverse versioni, passando per i più recenti Xbox 360, Nintendo Wii, Playstation 3, Halo 3, Wii Sports Resort.
In esposizione anche le schede madri ed i primi personal computers, per ripercorrere passo dopo passo tutto il processo di design del gioco, dalla progettazione al packaging, e scoprire come si creavano e sviluppavano i giochi come Pokémon, Uncharted, World of Warcraft e The Sims, fino agli ultimi nomi sul mercato.
A disposizione dei giocatori di tutte le età ben 100 giochi, con una sezione dedicata ai più piccoli ed uno spazio apposito per la realtà virtuale, per ripercorrere la storia del dialogo uomo – macchina in cui siamo entrati progressivamente in empatia con i nostri dispositivi, sempre più personalizzati, arrivando anche a fondere la realtà virtuale ed i games con la vita di tutti i giorni.
Quella ospitata dallo Spazio Tirso è una versione rivista e rinnovata, della mostra originale creata e voluta dal Barbican Centre di Londra, per raccontare la storia dei videogames restando al passo con gli ultimi ritrovati e presentando ogni volta gli ultimi progressi in materia di realtà virtuale, come l’ “Oculus Rift”. Le mostre Game On e questa Game on 2.0, in giro nel mondo hanno già richiamato oltre 2 milioni di visitatori, facendo registrare un interesse in crescita.
Neil McConnon, capo del Dipartimento International Enterprises del Barbican Centre, Londra, ha dichiarato: “Barbican è lieto di portare Game On 2.0 in Italia per la prima volta. La mostra, curata e gestita da Barbican ed organizzata in loco da Dimensione Eventi e VentiDieci, è davvero esaltante perché celebra la cultura dei giochi in tutte le loro miriadi di forme”.
Una mostra adatta ad ospitare tutta la famiglia quella di Game On 2.0, ove i padri potranno ritrovare i primi “paddle” (le manopole per il controllo di sermplici simulatori di tennis elettronico) o intrattenersi con i joystick sovrani degli anni d’oro dei videogames, fino a cimentarsi con i più recenti dispositivi touch. I visitatori potranno anche ripercorrere tutti i progressi della realtà virtuale, dagli esordi del Virtual Boy fino ai nostri anni con il visore per PC Oculus Rift e dei social interattivi. Una tecnologia sempre più in dialogo con l’essere umano, sia nel mondo dell’intrattenimento, a partire da Facebook, che in quello del lavoro ove all’ordine del giorno ci sono videoconferenze, uffici virtuali, call conference e simulazioni con avatar. Da provare assolutamente l’installazione Sphereworld dove il giocatore, munito di visore VR e fissato in una imbragatura, sarà totalmente proiettato nel mondo virtuale.
Non mancano gli spazi dedicati a quei dispositivi che in Giappone, da sempre avanguardia planetaria del settore, già fanno impazzire il pubblico da tempo, come le console per cimentarsi in chitarre e batterie e dar vita a virtuali Rock Band, in una fusione perfetta tra un videogame e un corso di musica rock.
Punto di grande richiamo è la plancia di comando a firma nipponica, Steel Battalion, che mediante cloche, pulsantiere e pedali vari, permette di diventare i piloti di uno dei famosi e giganteschi robot, come quelli resi celebri dalle più note serie di animazione nipponiche (Gundam, Mazinga, ecc.).